Oggi è lunedì. Ho sempre odiato il lunedì. Vagano tutti per
la città come zombies sopravvissuti
alla fine del fine settimana;
tutti con una maschera imbronciata stampata sul volto e con gli occhi spiritati
di chi ha lasciato il cervello a casa sotto le coperte , che non si sa mai,
riesca a crescere e lievitare come l’impasto del pane che la nonna
sapientemente appoggiava sotto una pila infinita di piumoni. La mia giornata inizia con il solito cliente
che spalanca la porta del bar manco fosse un agente 007 sotto copertura a
caccia di spacciatori di caffeina. Si avvicina al bancone con gli occhi
cerchiati come un panda in via d’estinzione e senza emettere alcun suono fa un
gesto imprecisato secondo il quale qualsiasi persona al mondo avrebbe dovuto
capire che voleva un cappuccino
bollente, con tanta schiuma, poco cacao, cuore di cioccolato, doppio
latte,in tazza di vetro grande. Accenno un si con la testa anche se non ho la
minima idea di quello che vuole, preparo il piattino in attesa di un segnale
dal cielo. Lui mi scruta con aria di sfida e si ferma a fissare una tazza
sporca che giace nel lavandino. Ed è allora che ho avuto l’illuminazione e ho
capito. Mi sono sentita come la vincitrice assoluta del gioco dei mimi; la
regina incontrastata del “prova ad indovinare quello che sto pensando”.
Sorrido, preparo il cappuccino e aspetto. Si attacca alla tazza come un
mandrillo assetato e per un attimo penso che si scioglierà davanti ai miei
occhi visto che la temperatura del latte è pari a quella della fusione
nucleare. E invece resta lì, immobile. Apre la bocca ed emette un suono imprecisato, come il richiamo dei cammelli in
amore. Si schiarisce la voce e m dice
:”questo cappuccino ha un sapore strano”. Io credo di essere svenuta
nell’istante in cui le esalazioni della sua bocca mi hanno colpito come un
pugno nello stomaco. Mi sono rialzata e ancora in preda ai fumi tossici
sprigionati nell’aria, mi sono disegnata un bel vaffa… sulle labbra. Odio il
lunedì…ho sempre odiato il lunedì.
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